martedì 23 settembre 2008
Scheda video della mostra "Mountain tales" all'Area funeraria fuori Porta decumana
tutti i diritti riservati
venerdì 12 settembre 2008
Una montagna di pixel
Le due foto più cliccate dalla community di Pix-Yu saranno pubblicate sul sito ufficiale del monutain photo festival, il primo festival italiano dedicato alla fotografia di montagna, di fianco alle foto dei più importanti fotografi internazionali.
Affrettati! Hai tempo fino al 10 Ottobre 2008!
Questo progetto è in collaborazione con "Open your mountains day".
Non perdere tempo, se hai già un account su Pix-Yu, fai l'upload delle tue foto e partecipa al progetto. Se invece non hai mai utilizzato Pix-Yu crea il tuo account in pochi istanti!
http://www.pix-yu.com/concorsi/mountainphotofestival.php
mercoledì 20 agosto 2008
Mountain Tales di Sandor DOBOS
Le immagini di Sándor Dobos sono immagini avvolgenti – cioè tagli adatti alla creazione di queste immagini – nonostante l’esigenza di raggio visuale a 30 gradi come nelle immagini panoramiche in generale. L’invenzione di Sándor Dobos è quella di comprimere orizzontalmente la visione, correggendone la proporzione laterale.
Tuttavia, limitarsi al solo aspetto tecnico per descrivere il lavoro dell’auotre risulterebbe limitativo, in quanto la creatività di Sándor Dobos sta soprattutto nel fatto che l’artista trova dei luoghi che dopo essere stati trasformati in fotografie panoramiche non si decompongono, ma diventano composizioni integre. Nel suo caso dunque non si tratta solo di una semplice applicazione del metodo della “tecnica” della fotografia panoramica, bensì di una ricerca del luogo adatto al risultato. La trasformazione funziona quando è possibile immaginare che cosa devo fotografare se so quale sarà il risultato che otterrò.
In quest’ottica, è interessante che Sándor Dobos prima di tutto guardi luoghi, paesi ed aree di città abitati dall’uomo, le cui atmosfere, anche nella loro forma di immagine panoramica, dimostrano una precisa ricerca. Queste atmosfere vengono ritrovate nelle loro forme diverse da quelle originali, create dall’immagine sofisticata dalla distorsione. Il paesaggio e l’uomo si penetrano e si formano l’uno con l’altro. La macchina fotografica gira nel paesaggio come fosse una favola complessa; le proiezioni verticali e le forme espressive che ci fanno ricordare El Greco, così come le eccitanti curve dell’orizzonte, ci guidano alla ricerca costante della bellezza dei luoghi montuosi, anche quelli dove il paesaggio è di superficie tormentata, erosi e crudeli, privi di ogni qualità che possa servire alla vita delle piante, degli animali e dell’uomo.
Sándor Dobos ha dimostrato con le sue immagini che la fotografia panoramica (e il suo equivalente computerizzato) si adatta anche all’espressione artistica. Personalmente, guardando il suo lavoro ho realizzato che “la fotografia panoramica” è molto più che la creazione di immagini panoramiche su una striscia di foglio lunga e stretta. La rotazione naturale della macchina fotografica panoramica è talmente lontana dalla qualità istantanea, che riesce a proiettare una traccia del tempo “dentro la fotografia” senza trasformarla in caricatura.
Péter Tímár