mercoledì 20 agosto 2008

Mountain Tales di Sandor DOBOS

Le immagini di Sándor Dobos sono immagini avvolgenti – cioè tagli adatti alla creazione di queste immagini – nonostante l’esigenza di raggio visuale a 30 gradi come nelle immagini panoramiche in generale. L’invenzione di Sándor Dobos è quella di comprimere orizzontalmente la visione, correggendone la proporzione laterale.


Sandor Dobos, San'Jose, 2006 - Mostra Mountain tales da Mountain Photo Festival.
MPF - Sandor Dobos, San'Jose, 2006 - Mostra Mountain tales


Tuttavia, limitarsi al solo aspetto tecnico per descrivere il lavoro dell’auotre risulterebbe limitativo, in quanto la creatività di Sándor Dobos sta soprattutto nel fatto che l’artista trova dei luoghi che dopo essere stati trasformati in fotografie panoramiche non si decompongono, ma diventano composizioni integre. Nel suo caso dunque non si tratta solo di una semplice applicazione del metodo della “tecnica” della fotografia panoramica, bensì di una ricerca del luogo adatto al risultato. La trasformazione funziona quando è possibile immaginare che cosa devo fotografare se so quale sarà il risultato che otterrò.

In quest’ottica, è interessante che Sándor Dobos prima di tutto guardi luoghi, paesi ed aree di città abitati dall’uomo, le cui atmosfere, anche nella loro forma di immagine panoramica, dimostrano una precisa ricerca. Queste atmosfere vengono ritrovate nelle loro forme diverse da quelle originali, create dall’immagine sofisticata dalla distorsione. Il paesaggio e l’uomo si penetrano e si formano l’uno con l’altro. La macchina fotografica gira nel paesaggio come fosse una favola complessa; le proiezioni verticali e le forme espressive che ci fanno ricordare El Greco, così come le eccitanti curve dell’orizzonte, ci guidano alla ricerca costante della bellezza dei luoghi montuosi, anche quelli dove il paesaggio è di superficie tormentata, erosi e crudeli, privi di ogni qualità che possa servire alla vita delle piante, degli animali e dell’uomo.

Sándor Dobos ha dimostrato con le sue immagini che la fotografia panoramica (e il suo equivalente computerizzato) si adatta anche all’espressione artistica. Personalmente, guardando il suo lavoro ho realizzato che “la fotografia panoramica” è molto più che la creazione di immagini panoramiche su una striscia di foglio lunga e stretta. La rotazione naturale della macchina fotografica panoramica è talmente lontana dalla qualità istantanea, che riesce a proiettare una traccia del tempo “dentro la fotografia” senza trasformarla in caricatura.

Péter Tímár

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